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Il sospiro solitario di un rametto di agrifoglio
e lacrime bambine in ghiaccio condensate
si posano sul tumulo nel rimpianto
oltre il soffio di una preghiera,
tra l' effimera consolazione di parole affidate ad un foglio bianco
narrandoti della tenebra della mie giornate.

E' Natale, ma non vedo alcuna luce
che rischiari il vuoto del mio niente quotidiano,
nelle luminarie che lampeggiano nel buio
sento soltanto il gelo della tristezza
che inesorabile mi prende per mano.

Quanto vorrei la carezza d' una voce
e il trillo fanciullo di campanelle d'argento,
un sorriso paterno,
il calore perduto d' un abbraccio
a recare sollievo per un momento.

E' Natale, tu lo sai,
mentre riposi là in una coltre di brina
nel silenzio del camposanto.

E la campana annuncia con rintocchi solenni l' imminente Natività,
ma la sferza amara della tramontana
mi ricorda ancora, come il primo giorno,
quanto al cuore affranto tu manchi,
caro papà.

 Vlad - 24/12/2014 02:39:00 [ leggi altri commenti di Vlad » ]

il primo verso dell’ultima strofa va accorciato, s’intende, madame.

 Vlad - 24/12/2014 02:38:00 [ leggi altri commenti di Vlad » ]

cielo. è così commovente che la toglierei da qui.

immensa.

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