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al testo di Marina Pacifici
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Il sospiro solitario di un rametto di agrifoglio
e lacrime bambine in ghiaccio condensate si posano sul tumulo nel rimpianto oltre il soffio di una preghiera, tra l' effimera consolazione di parole affidate ad un foglio bianco narrandoti della tenebra della mie giornate. E' Natale, ma non vedo alcuna luce che rischiari il vuoto del mio niente quotidiano, nelle luminarie che lampeggiano nel buio sento soltanto il gelo della tristezza che inesorabile mi prende per mano. Quanto vorrei la carezza d' una voce e il trillo fanciullo di campanelle d'argento, un sorriso paterno, il calore perduto d' un abbraccio a recare sollievo per un momento. E' Natale, tu lo sai, mentre riposi là in una coltre di brina nel silenzio del camposanto. E la campana annuncia con rintocchi solenni l' imminente Natività, ma la sferza amara della tramontana mi ricorda ancora, come il primo giorno, quanto al cuore affranto tu manchi, caro papà. |
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